Dire, fare, star bene
Perché scegliere come nome di uno studio di psicologia una filastrocca infantile - pur leggermente modificata?
Innanzitutto perché troppo spesso si attribuisce alla psicologia un peso eccessivo. Eccessivo non perché si tratti di cosa poco seria, ma perché si tende ad attribuirle valenze negative. Infatti affidarsi all'intervento dello specialista che si occupa di psiche viene spesso superficialmente tradotto con un'ammissione di follia o, nella migliore delle ipotesi, di anormalità. Ma non è così. Dallo psicologo si va come si va da qualunque medico, quando si sente di non stare bene. E, prima ci si va, meglio è, perché solo così si riduce il rischio di far peggiorare il malessere.
L'altro motivo della scelta sta in un gioco di parole:
dire, perché la parola è la medicina primaria che si utilizza nella cura del malessere psicologico;
fare, perché accanto alla parola ci deve essere l'azione, esercizi e "giochi" tesi a far emergere le disfunzioni che ci avvelenano la vita e a farci cambiare le abitudini dannose;
star bene, perché questo è il fine ultimo di chi sceglie di intraprendere un percorso psicologico o psicoterapeutico.
Un obiettivo che si raggiunge attraverso l'esercizio del dire e del fare, appunto!